sabato 26 marzo 2011

"Sonno profondo" di Banana Yoshimoto

*In onore della tregedia che ha colpito il Giappone vogliamo dedicare il primo libro a un’autrice giapponese, Banana Yoshimoto.*

“Sonno profondo” è uno dei primi libri dell’autrice nipponica, il terzo pubblicato in Italia nel 1994. La Yoshimoto è figlia di un famoso filosofo giapponese e forse ha preso dal padre la capacità di esprimere le emozioni e le sensazioni umane. In questo libro sono narrate le vicende di tre giovani donne che, in modo diverso, sono tutte assuefatte da una profonda solitudine. La prima donna sta con un uomo sposato, ma trascorre la maggior parte del suo tempo a dormire, sola, nel suo appartamento. La seconda e la terza devono affrontare il vuoto provocato da un lutto, riempito solo da malinconie e riflessioni sulla morte. Le protagoniste, segnate da esperienze dolorose, sembrano trovarsi in una dimensione irreale, dove il tempo si è interrotto, e sembrano risvegliarsi paradossalmente solo la notte, quando possono contare sul buio che le circonda. L’autrice riesce a esprimere molto bene il vuoto e la solitudine che possono accompagnare l’essere umano in quel percorso duro e doloroso che purtroppo a volte è la vita.
Sonno profondo, Banana Yoshimoto, Ed. Feltrinelli 1994, pagg. 114

mercoledì 23 marzo 2011

"No man is an island": in pochi versi l'essenza del Tutto

Post scritto da Roberta B.

I celebri anacronistici versi di John Donne hanno forse abbandonato i cuori e i pensieri degli uomini di quest'oggi?

Società postmoderna e mondo liquido sono i segni più tangibili di una realtà globale in cui, come scrive Bauman, "il tempo non è più un fiume ma un insieme di pozzanghere e piscine", dove il tempo per antonomasia è l'Oggi ed il buio domani non è. Una società, quella postmoderna, in cui si è volatilizzata l'importanza dell' "addomesticare" ossia del "creare legami" che, come sottolinea Saint Exupéry, "è una cosa da molto dimenticata". Il "creare legami" presuppone infatti una dimensione attuale, presente, l'Oggi, ma necessariamente anche quella del domani, del tempo visto come fiume dove, soltanto qui, le radici dei termini "custodire" e "mantenere" trovano spazio per attecchire. Ma la società in cui viviamo per necessità o scelta o forse per entrambi, considerando il sottile confine spesso sussistente tra le due situazioni, disdegna il domani inneggiando all'attimo, all'ora, creando così un circolo vizioso di "prendo e butto via" cioè di "creo e non custodisco". Una logica consumistica che smaschera un altro volto oscuro di questa realtà. Ma fermiamoci un attimo, scoviamo il positivo: l'attimo, il presente l'ora, non rimandano forse al tanto famoso Carpe Diem oraziano? "vivi il presente, mentre noi parliamo il tempo, invidioso, sarà già fuggito" e, quindi, l'esortazione del poeta a cogliere l'attimo che fugge, tuttavia, è stata spesso fraintesa come inno di una vita edonistica. Il Cogli l'attimo presuppone tutt'altro: consapevolezza, ricerca e scelta. Consapevolezza dell'oggi nel flusso del tempo e, dunque, del domani, ricerca e scelta del vero attimo da cogliere dato che "ogni scelta implica una rinuncia". Sarebbe errato e superficiale paragonarlo quindi a ciò che oggi l'uomo vive quotidianamente. 
Mi chiedo quindi dove siano finiti i versi di John Donne "No man is an island, entire of itself" ... nessun uomo è un isola, completo in se stesso, ma "un pezzo del continente, una parte del tutto". Siamo "a piece" nonostante ci ostiniamo ad apparire con superbia come "an island", ora dobbiamo solo voler essere quello che già siamo: "a part of main", una parte del tutto che viva nell'Oggi  ma anche per il Domani, "in today for today" ma anche "in today for tomorrow". 

Considerazioni ispirate da Z.Bauman "La società dell'incertezza".

giovedì 17 marzo 2011

150 anni di cultura italiana

Post scritto da Miriana
“Noi italiani siamo come dei nani sulle spalle di un gigante, tutti. E il gigante è la cultura, una cultura antica che ci ha regalato una straordinaria, invisibile capacità di cogliere la complessità delle cose. Articolare i ragionamenti, tessere arte e scienza assieme, e questo è un capitale enorme. E per questa italianità c'è sempre posto a tavola per tutto il resto del mondo”.
Renzo Piano

In occasione del 150° anno dell’Unità d’Italia ho voluto esprimere anche io la mia opinione a tal proposito e per questo ho scelto una frase che mi è sembrata rappresentativa tanto dello spirito del blog quanto del mio personale parere.
Come ben sappiamo la storia della nostra Nazione è costernata di eventi, di fatti, di tragedie e di lente riprese… Anche il raggiungimento dell’Unità non è stato così semplice! Tanto voluta da una parte, tra cui Camillo Benso conte di Cavour, i Savoia, Garibaldi (anche se alcuni per scopi puramente economici e strategici) e tanto rifiutata dall’altra, in generale il Regno Borbonico. L’unificazione è stato il risultato di avvenimenti quanto mai dolorosi, che provocarono milioni di vittime, per non parlare della delusione che creò all’indomani di quel tanto atteso 17 marzo 1861. E anche questi 150 anni hanno portato dolori e gioie!
Se una parte di storia ha mostrato e continua a mostrare ancora oggi aspetti dell’Italia il più delle volte negativi, e non sempre condividibili, d'altronde non possiamo dimenticare l’altra parte di storia che mostra invece il lato positivo della nostra Nazione, quella parte che mette in risalto ciò per cui l’Italia è famosa ed è amata in tutto il mondo: la sua cultura!
Dante, Boccaccio, Tasso, Manzoni, Verga, Deledda, D’Annunzio, Pirandello, Ungaretti, Montale, Pavese e Pasolini, Tomasi di Lampedusa… per la letteratura. Archimede, Machiavelli, Campanella, Croce, Vico… per la filosofia. Per non parlare di tutti gli altri campi del sapere (pittura, scultura, architettura..) e di tutti gli altri nomi che potremmo elencare (e che per ovvi motivi non riporterò) che hanno fatto la storia della cultura d’Italia. E noi, in quanto italiani, affondiamo le nostre radici in questa cultura e ci portiamo dietro un bagaglio a dir poco invidiabile.
“Dietro una lingua ci sta una letteratura, e dietro una letteratura c'è un gusto, una civiltà” (Luigi Russo, Prefazione a "La Dolce Stagione") e, aggiungerei, la nostra civiltà, quella ITALIANA.
Con ciò non voglio essere una fanatica nazionalista ma, in questo giorno di festa, voglio semplicemente esprimere il mio orgoglio e vanto nei confronti di una Nazione che, di fronte alle difficoltà, ha avuto sempre la forza e il coraggio di risollevarsi e la speranza che, forte di un passato ragguardevole e importante, abbia ancora la fiducia in un domani migliore!

W L’ITALIA E AUGURI A TUTTI GLI ITALIANI

martedì 15 marzo 2011

Quando anche tu diventi protagonista della storia...

"Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare a telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però."
tratto da "Il giovane Holden"
di J. D. Salinger

Io non ho ancora letto "Il giovane Holden", ma qualche giorno fa mi sono imbattuta in questa citazione tratta appunto dal romanzo di J. D. Salinger e ho pensato subito che questo è proprio ciò che provo ogni volta che finisco di leggere un libro. La sensazione di essere anch'io all'interno del romanzo, di essere uno dei personaggi e di conoscere realmente lo scrittore, non mi abbandona per un po'. Mi accade in particolar modo con Ken Follett, il maestro del thriller e dei romanzi storici, secondo il mio umile parere. I romanzi di Mr Follett hanno la capacità di affascinarmi e rendermi parte della storia. Di certo la lunghezza di alcuni suoi libri aiuta in tal senso. Quando ho letto "I pilastri della terra" prima e "Mondo senza fine" poi (rispettivamente 1030 pagine e 1366 pagine), per un po' ho creduto di vivere una vita parallela nel Medio Evo e di essere parte integrante della storia. La stessa cosa mi è accaduta con il più recente "La caduta dei giganti", ambientato durante la Prima Guerra Mondiale: per un po' avrò i nomi dei protagonisti che mi ronzeranno in mente. Ken Follett, si sarà capito, è il mio scrittore preferito. Ogni volta che leggo qualcosa di suo non posso far altro che stupirmi della sua capacità di scrittura, della genialità con la quale riesce a intrecciare finzione e realtà, tanto da far diventare i suoi romanzi anche potenziali libri di testo scolastici. Nonostante la lunghezza dei libri, per alcuni spaventosa, io lo consiglio sempre. So di essere di parte, ma almeno per una volta provateci... ne vale la pena!

lunedì 14 marzo 2011

Benvenuti al... Pixel Letterario!

Amici lettori e amici utenti, benvenuti nel mio blog, dedicato a tutti voi amanti dei libri e di tutto ciò che ha a che fare con la lettura, la cultura e la letteratura. In questo piccolo angolo di web, che ho voluto chiamare a tal proposito e non a caso "Pixel letterario", parlerò e riparlerò di quei mucchi di pagine e inchiostro che sono i libri. L'odore della carta ruvida al tatto, il suono frusciante delle pagine che girano, i caratteri in rilievo sulle copertine colorate: è poesia! e paradossalmente ne scriverò su un freddo aggeggio elettronico. Spero nella collaborazione di tutti coloro che mi leggeranno e soprattutto spero di non dire stupidaggine, in tal caso correggetemi.

Grazie in anticipo e... Buona navigazione ne "Il Pixel Letterario"!!!

sabato 26 marzo 2011

"Sonno profondo" di Banana Yoshimoto

*In onore della tregedia che ha colpito il Giappone vogliamo dedicare il primo libro a un’autrice giapponese, Banana Yoshimoto.*

“Sonno profondo” è uno dei primi libri dell’autrice nipponica, il terzo pubblicato in Italia nel 1994. La Yoshimoto è figlia di un famoso filosofo giapponese e forse ha preso dal padre la capacità di esprimere le emozioni e le sensazioni umane. In questo libro sono narrate le vicende di tre giovani donne che, in modo diverso, sono tutte assuefatte da una profonda solitudine. La prima donna sta con un uomo sposato, ma trascorre la maggior parte del suo tempo a dormire, sola, nel suo appartamento. La seconda e la terza devono affrontare il vuoto provocato da un lutto, riempito solo da malinconie e riflessioni sulla morte. Le protagoniste, segnate da esperienze dolorose, sembrano trovarsi in una dimensione irreale, dove il tempo si è interrotto, e sembrano risvegliarsi paradossalmente solo la notte, quando possono contare sul buio che le circonda. L’autrice riesce a esprimere molto bene il vuoto e la solitudine che possono accompagnare l’essere umano in quel percorso duro e doloroso che purtroppo a volte è la vita.
Sonno profondo, Banana Yoshimoto, Ed. Feltrinelli 1994, pagg. 114

mercoledì 23 marzo 2011

"No man is an island": in pochi versi l'essenza del Tutto

Post scritto da Roberta B.

I celebri anacronistici versi di John Donne hanno forse abbandonato i cuori e i pensieri degli uomini di quest'oggi?

Società postmoderna e mondo liquido sono i segni più tangibili di una realtà globale in cui, come scrive Bauman, "il tempo non è più un fiume ma un insieme di pozzanghere e piscine", dove il tempo per antonomasia è l'Oggi ed il buio domani non è. Una società, quella postmoderna, in cui si è volatilizzata l'importanza dell' "addomesticare" ossia del "creare legami" che, come sottolinea Saint Exupéry, "è una cosa da molto dimenticata". Il "creare legami" presuppone infatti una dimensione attuale, presente, l'Oggi, ma necessariamente anche quella del domani, del tempo visto come fiume dove, soltanto qui, le radici dei termini "custodire" e "mantenere" trovano spazio per attecchire. Ma la società in cui viviamo per necessità o scelta o forse per entrambi, considerando il sottile confine spesso sussistente tra le due situazioni, disdegna il domani inneggiando all'attimo, all'ora, creando così un circolo vizioso di "prendo e butto via" cioè di "creo e non custodisco". Una logica consumistica che smaschera un altro volto oscuro di questa realtà. Ma fermiamoci un attimo, scoviamo il positivo: l'attimo, il presente l'ora, non rimandano forse al tanto famoso Carpe Diem oraziano? "vivi il presente, mentre noi parliamo il tempo, invidioso, sarà già fuggito" e, quindi, l'esortazione del poeta a cogliere l'attimo che fugge, tuttavia, è stata spesso fraintesa come inno di una vita edonistica. Il Cogli l'attimo presuppone tutt'altro: consapevolezza, ricerca e scelta. Consapevolezza dell'oggi nel flusso del tempo e, dunque, del domani, ricerca e scelta del vero attimo da cogliere dato che "ogni scelta implica una rinuncia". Sarebbe errato e superficiale paragonarlo quindi a ciò che oggi l'uomo vive quotidianamente. 
Mi chiedo quindi dove siano finiti i versi di John Donne "No man is an island, entire of itself" ... nessun uomo è un isola, completo in se stesso, ma "un pezzo del continente, una parte del tutto". Siamo "a piece" nonostante ci ostiniamo ad apparire con superbia come "an island", ora dobbiamo solo voler essere quello che già siamo: "a part of main", una parte del tutto che viva nell'Oggi  ma anche per il Domani, "in today for today" ma anche "in today for tomorrow". 

Considerazioni ispirate da Z.Bauman "La società dell'incertezza".

giovedì 17 marzo 2011

150 anni di cultura italiana

Post scritto da Miriana
“Noi italiani siamo come dei nani sulle spalle di un gigante, tutti. E il gigante è la cultura, una cultura antica che ci ha regalato una straordinaria, invisibile capacità di cogliere la complessità delle cose. Articolare i ragionamenti, tessere arte e scienza assieme, e questo è un capitale enorme. E per questa italianità c'è sempre posto a tavola per tutto il resto del mondo”.
Renzo Piano

In occasione del 150° anno dell’Unità d’Italia ho voluto esprimere anche io la mia opinione a tal proposito e per questo ho scelto una frase che mi è sembrata rappresentativa tanto dello spirito del blog quanto del mio personale parere.
Come ben sappiamo la storia della nostra Nazione è costernata di eventi, di fatti, di tragedie e di lente riprese… Anche il raggiungimento dell’Unità non è stato così semplice! Tanto voluta da una parte, tra cui Camillo Benso conte di Cavour, i Savoia, Garibaldi (anche se alcuni per scopi puramente economici e strategici) e tanto rifiutata dall’altra, in generale il Regno Borbonico. L’unificazione è stato il risultato di avvenimenti quanto mai dolorosi, che provocarono milioni di vittime, per non parlare della delusione che creò all’indomani di quel tanto atteso 17 marzo 1861. E anche questi 150 anni hanno portato dolori e gioie!
Se una parte di storia ha mostrato e continua a mostrare ancora oggi aspetti dell’Italia il più delle volte negativi, e non sempre condividibili, d'altronde non possiamo dimenticare l’altra parte di storia che mostra invece il lato positivo della nostra Nazione, quella parte che mette in risalto ciò per cui l’Italia è famosa ed è amata in tutto il mondo: la sua cultura!
Dante, Boccaccio, Tasso, Manzoni, Verga, Deledda, D’Annunzio, Pirandello, Ungaretti, Montale, Pavese e Pasolini, Tomasi di Lampedusa… per la letteratura. Archimede, Machiavelli, Campanella, Croce, Vico… per la filosofia. Per non parlare di tutti gli altri campi del sapere (pittura, scultura, architettura..) e di tutti gli altri nomi che potremmo elencare (e che per ovvi motivi non riporterò) che hanno fatto la storia della cultura d’Italia. E noi, in quanto italiani, affondiamo le nostre radici in questa cultura e ci portiamo dietro un bagaglio a dir poco invidiabile.
“Dietro una lingua ci sta una letteratura, e dietro una letteratura c'è un gusto, una civiltà” (Luigi Russo, Prefazione a "La Dolce Stagione") e, aggiungerei, la nostra civiltà, quella ITALIANA.
Con ciò non voglio essere una fanatica nazionalista ma, in questo giorno di festa, voglio semplicemente esprimere il mio orgoglio e vanto nei confronti di una Nazione che, di fronte alle difficoltà, ha avuto sempre la forza e il coraggio di risollevarsi e la speranza che, forte di un passato ragguardevole e importante, abbia ancora la fiducia in un domani migliore!

W L’ITALIA E AUGURI A TUTTI GLI ITALIANI

martedì 15 marzo 2011

Quando anche tu diventi protagonista della storia...

"Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare a telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però."
tratto da "Il giovane Holden"
di J. D. Salinger

Io non ho ancora letto "Il giovane Holden", ma qualche giorno fa mi sono imbattuta in questa citazione tratta appunto dal romanzo di J. D. Salinger e ho pensato subito che questo è proprio ciò che provo ogni volta che finisco di leggere un libro. La sensazione di essere anch'io all'interno del romanzo, di essere uno dei personaggi e di conoscere realmente lo scrittore, non mi abbandona per un po'. Mi accade in particolar modo con Ken Follett, il maestro del thriller e dei romanzi storici, secondo il mio umile parere. I romanzi di Mr Follett hanno la capacità di affascinarmi e rendermi parte della storia. Di certo la lunghezza di alcuni suoi libri aiuta in tal senso. Quando ho letto "I pilastri della terra" prima e "Mondo senza fine" poi (rispettivamente 1030 pagine e 1366 pagine), per un po' ho creduto di vivere una vita parallela nel Medio Evo e di essere parte integrante della storia. La stessa cosa mi è accaduta con il più recente "La caduta dei giganti", ambientato durante la Prima Guerra Mondiale: per un po' avrò i nomi dei protagonisti che mi ronzeranno in mente. Ken Follett, si sarà capito, è il mio scrittore preferito. Ogni volta che leggo qualcosa di suo non posso far altro che stupirmi della sua capacità di scrittura, della genialità con la quale riesce a intrecciare finzione e realtà, tanto da far diventare i suoi romanzi anche potenziali libri di testo scolastici. Nonostante la lunghezza dei libri, per alcuni spaventosa, io lo consiglio sempre. So di essere di parte, ma almeno per una volta provateci... ne vale la pena!

lunedì 14 marzo 2011

Benvenuti al... Pixel Letterario!

Amici lettori e amici utenti, benvenuti nel mio blog, dedicato a tutti voi amanti dei libri e di tutto ciò che ha a che fare con la lettura, la cultura e la letteratura. In questo piccolo angolo di web, che ho voluto chiamare a tal proposito e non a caso "Pixel letterario", parlerò e riparlerò di quei mucchi di pagine e inchiostro che sono i libri. L'odore della carta ruvida al tatto, il suono frusciante delle pagine che girano, i caratteri in rilievo sulle copertine colorate: è poesia! e paradossalmente ne scriverò su un freddo aggeggio elettronico. Spero nella collaborazione di tutti coloro che mi leggeranno e soprattutto spero di non dire stupidaggine, in tal caso correggetemi.

Grazie in anticipo e... Buona navigazione ne "Il Pixel Letterario"!!!