mercoledì 8 giugno 2011

"Il fu Mattia Pascal" di Luigi Pirandello

Tutti almeno una volta avremmo voluto essere un’altra persona e vivere una nuova vita. A Mattia Pascal, bibliotecario oppresso dalla moglie e dalla suocera, è successo. A causa di alcuni sfortunati eventi, un cadavere trovato in paese viene riconosciuto dalla famiglia quale Mattia Pascal e viene dichiarato morto. Dopo un iniziale sgomento, Pascal si rende conto di essere libero: libero di non tornare a casa, libero di scappare da moglie e suocera, libero di fuggire dalla vita frustrante e deprimente che ha condotto finora. Così sfruttando i suoi risparmi, sceglie il nome di Adriano Meìs per la sua nuova identità e viaggia in giro e in largo per l’Italia fino a insediarsi a Roma, presso una camera in affitto. Qui si innamora ed è la scintilla che gli permette di capire che la sua nuova vita in realtà è un’illusione. Lui non esiste. Adriano Meìs non è una persona reale, non è iscritto all’anagrafe, non ha nessun documento che ne attesti l’esistenza, non può sposare la donna che ama, non può comprare una casa, non può lavorare. Quindi che fare? Perché, ricordiamolo, non esiste neanche Mattia Pascal, ufficialmente deceduto.

Copertina originale e ritratto di Luigi Pirandello all'epoca del romanzo

 Il tema dell’identità è un classico della filosofia dello scrittore siciliano. L’identità è una necessità sociale senza la quale non si può condurre una vera esistenza e, quando Mattia Pascal se ne rende conto, è troppo tardi. Anche se a volte è scomoda o celata da una maschera, l’identità è l’unica via per l’esistenza, è quel pezzo di carta su cui sta scritto “esisti”, “sei qualcuno”, “puoi vivere”. L’altra necessità dell’essere umano è quella di indossare una maschera. Nessuno mostra la sua vera persona, ma tutti indossano una protezione, un’altra faccia con la quale presentarsi ai propri simili che useranno il medesimo stratagemma. Il pensiero pirandelliano è ricco e pieno di sfaccettature e, nonostante sia passato ormai un secolo dalla sua formulazione, possiamo renderci conto che è estremamente moderno e attuale. “Il fu Mattia Pascal” è il libro simbolo di Pirandello ed è anche un romanzo atemporale. Non c’è nessuna precisazione temporale nel romanzo ma è deducibile che sia più o meno contemporaneo al momento della sua scrittura, ma i temi trattati sono validi in ogni dove e in ogni quando.

Il fu Mattia Pascal, Lugi Pirandello, 1° ed. originale 1904, pagg. 215

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mercoledì 8 giugno 2011

"Il fu Mattia Pascal" di Luigi Pirandello

Tutti almeno una volta avremmo voluto essere un’altra persona e vivere una nuova vita. A Mattia Pascal, bibliotecario oppresso dalla moglie e dalla suocera, è successo. A causa di alcuni sfortunati eventi, un cadavere trovato in paese viene riconosciuto dalla famiglia quale Mattia Pascal e viene dichiarato morto. Dopo un iniziale sgomento, Pascal si rende conto di essere libero: libero di non tornare a casa, libero di scappare da moglie e suocera, libero di fuggire dalla vita frustrante e deprimente che ha condotto finora. Così sfruttando i suoi risparmi, sceglie il nome di Adriano Meìs per la sua nuova identità e viaggia in giro e in largo per l’Italia fino a insediarsi a Roma, presso una camera in affitto. Qui si innamora ed è la scintilla che gli permette di capire che la sua nuova vita in realtà è un’illusione. Lui non esiste. Adriano Meìs non è una persona reale, non è iscritto all’anagrafe, non ha nessun documento che ne attesti l’esistenza, non può sposare la donna che ama, non può comprare una casa, non può lavorare. Quindi che fare? Perché, ricordiamolo, non esiste neanche Mattia Pascal, ufficialmente deceduto.

Copertina originale e ritratto di Luigi Pirandello all'epoca del romanzo

 Il tema dell’identità è un classico della filosofia dello scrittore siciliano. L’identità è una necessità sociale senza la quale non si può condurre una vera esistenza e, quando Mattia Pascal se ne rende conto, è troppo tardi. Anche se a volte è scomoda o celata da una maschera, l’identità è l’unica via per l’esistenza, è quel pezzo di carta su cui sta scritto “esisti”, “sei qualcuno”, “puoi vivere”. L’altra necessità dell’essere umano è quella di indossare una maschera. Nessuno mostra la sua vera persona, ma tutti indossano una protezione, un’altra faccia con la quale presentarsi ai propri simili che useranno il medesimo stratagemma. Il pensiero pirandelliano è ricco e pieno di sfaccettature e, nonostante sia passato ormai un secolo dalla sua formulazione, possiamo renderci conto che è estremamente moderno e attuale. “Il fu Mattia Pascal” è il libro simbolo di Pirandello ed è anche un romanzo atemporale. Non c’è nessuna precisazione temporale nel romanzo ma è deducibile che sia più o meno contemporaneo al momento della sua scrittura, ma i temi trattati sono validi in ogni dove e in ogni quando.

Il fu Mattia Pascal, Lugi Pirandello, 1° ed. originale 1904, pagg. 215

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